Rileggendo vecchie ricette rimango sempre piacevolmente stupita di come la cucina accogliesse le stagioni adattando ad esse le tradizioni. Un esempio è la Putizza, un “pan brioche” che nei ricettari di un tempo ritroviamo con varie farciture, levistico oppure dragoncello in primavera, mandorle o castagne quando la
La Pinza, un pan brioche d’altri tempi che profuma ancora di tradizioni e rituali. La sua provenienza è incerta, ha trovato origine in tempi remoti e si è leggermente modificata nel corso dei secoli. Attualmente viene catalogata nei ricettari online come “pinza triestina” ma testi storici testimoniano che le
A giorni alterni secondo l’umore, lo sguardo rivolto al mare oppure ai monti. Le cime innevate delle Dolomiti Friulane compongono un anfiteatro naturale che da casa riesco ad accarezzare con lo sguardo. Al di là del loro profilo frastagliato il Veneto, l’Austria e la Slovenia. Queste sono giornate di monte dove
Ti auguro giorni di foglie scrocchianti, castagne e fuochi scoppiettanti. Di zucche in attesa di diventar carrozze e principesse senza attesa. Poi ti auguro di entrare in un quadro dove saranno colori a scaldare il tuo quotidiano. Una corona soffice di Pan di zucca, fragili alcherchengi ad ornamento, una sciarpa di lana cotta ed
” La felicità è vera solo quando è condivisa”. Christoph McCandless Sono andata a dormire con il profumo del burro nelle mani ed un sorriso a stento trattenuto sulle labbra. La mattina presto, mentre fuori albeggiava sono scivolata silenziosa in cucina. Una spolverata di farina sul tavolo e veloci hanno preso
Le giornate si allungano mentre la primavera allarga la sua veste floreale sulla natura. Il giardino prende forma a vista d’occhio, da sotto il ciliegio una pioggia leggera di petali annuncia già i suoi frutti mentre i rosai stiracchiano le loro timide foglie. La settimana santa di una anno bisesto. Avete fatto caso
Ogni tanto mi perdo. Lo sguardo accarezza i fili d’erba che lentamente riprendono colore mentre da lontano arrivano i suoni ovattati. Vorrei fare molte cose ma, questa assenza in fondo mi piace. Mi perdo nei colori, non uno, tutti indistintamente, fluiscono lenti nella mente. Lascio che siano loro gli artefici del mio vagare.
Ho chiuso il brusio fuori. Poi, dopo essermi lavata le mani e indossato il mio grembiule migliore, ho addolcito l’umore ed imburrato lo stampo. Così tra uno sbuffo sommesso di un impasto incordato e note stonate di uno sbattitore malandato, ho ritrovato lo stato d’animo ideale, per affrontare questo mondo scompensato. La
Nell’ aria il profumo di un soffice kranz farcito con confettura di lamponi, le luci dell’albero sullo sfondo ed una lista di cose da fare. Di queste ne farò qualcuna, depennerò altre e sicuramente strada facendo perderò il foglietto su cui è annotata la lista delle priorità. Ma poco importa, ci sarà di che sorridere girovagando