Testo per “Vita nei Campi” rubrica di Agricoltura a cura della redazione di Udine del TGR FVG in onda su radio UNO RAI.
La farina, la pasta ed il riso sono ingredienti comuni in tutte le case e le pulizie di primavera della dispensa sono una bella occasione per precauzionarci dalla possibile infestazione di insetti.
Un argomento che tocca sopratutto noi “panificatori seriali” che tendiamo ad accumulare quantità e qualità di farine differenti.
On line si trovano molteplici soluzioni per la conservazione della farina, dai consigli della nonna a quelli più sofisticati e moderni proposti dal mercato della chimica.
Ho ritenuto necessario chiedere consiglio a Matteo Natoli Tecnologo Alimentare e Responsabile Assicurazione Qualità presso un molino della regione sulle corrette modalità di conservazione della farina in ambito domestico.
La prima importante informazione che ci viene data è che la farina è un alimento che presenta un substrato sfavorevole per la crescita microbica pertanto si può affermare che non ha scadenza; infatti, sui sacchi viene riportata la dicitura TMC (termine minimo di conservazione) che indica entro quanti mesi è preferibile consumarla. Ma come tutti gli alimenti dev’essere conservata in modo corretto.
Se il pacchetto di farina viene riposto in un luogo areato, non a contatto con superfici bagnate, umide o con altri alimenti che ne andrebbero a modificare le caratteristiche, può tranquillamente restare all’interno della confezione originale. che consente la giusta areazione ed evita la condensa.
Non è necessario conservare la farina ad una specifica temperatura, basta
conservare il prodotto in un luogo fresco, asciutto, lontano da fonti calore e umidità.
Non è consigliabile conservare la farina in frigorifero perché oltre ad alterare le caratteristiche plastiche del prodotto rendendolo troppo rigido e difficile da lavorare, l’ambiente umido potrebbe trasformare la farina in un terreno ideale per la proliferazione di muffe.
Le farine con il valore di ceneri maggiore, cioè che contengono più fibre, come tipo 1, tipo 2 e integrale sono preferibilmente da conservare al buio poiché l’esposizione alla luce potrebbe dar luogo a fenomeni ossidativi, che andrebbero ad alterare il sapore del prodotto.
I molini durante le fasi di lavorazione puliscono accuratamente tutte le impurità, insetti e uova comprese però pur mantenendo la farina in una condizione perfetta di conservazione non c’è alcun modo per prevenire l’eventuale nascita di insetti.
Il mio personale consiglio per l’ambiente domestico è quello di preservarne la qualità trasferendola in comodi barattoli di vetro a tenuta ermetica e riporla come indicato sopra. Oltre a quest’accortezza, affidiamoci al buon senso.
In conclusione, ironizzando vi dico che l’Unione Europea ha inserito il Tenebrio molitor, tarma della farina, tra i “novel food” e questo piccolo coleottero è entrato a far parte della lista degli alimenti di cui è possibile il consumo».