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Ti racconto una storia: “C’era una volta un pisello…”

Testo per “Vita nei Campi” rubrica di Agricoltura a cura della redazione di Udine del TGR FVG in onda su radio UNO RAI.

Se di una verdura si potrà mai dire che abbia la capacità di ispirare simpatia beh a parer mio questa ce l’hanno i piselli. Sarà che arrivano sulle nostre tavole ad indicar la primavera, sarà il verde brillante o la forma rotondeggiante ma certo è che di quel baccello ne andavano pazzi anche le principesse e i Re.

Era il 18 gennaio 1660 quando il Sig Audiger ufficiale alimentare della contessa di Soissons, presentò alla corte del re Luigi XIV una cassetta contenente erbe, boccioli di rosa e piselli in baccello portati dall’Italia. La corte fu preda di una vera e propia frenesia e l’affaire piselli divenne una moda e un ulteriore segno distintivo di demarcazione sociale.Le classi meno abbienti non potevano permettersi tali frivolezze rinunciando alle proprietà nutrienti dei piselli maturi. Preferivano farli crescere bene per conservarli essiccati o ridotti in farina, da mescolare a quella dei cereali o di altri legumi per preparare pappe, minestre e talvolta il pane. 

La vera svolta nella conservazione delle verdure, avvenne nel XIX secolo dall’intuizione di Nicolas Appert, cuoco e pasticcere francese, il quale mise piselli e ragù di carne in vasi di vetro chiusi ermeticamente, li scaldò a bagnomaria e li fece raffreddare. Nacque l’appertizzazione, tecnica che valse allo chef un premio messo in palio da Napoleone per chi avesse risolto il problema della conservazione delle derrate alimentari militari. L’appertizzazione dal nome del suo inventore, meglio conosciuta come sterilizzazione rivoluzionò il consumo delle verdure, in primis quello dei piselli. Venne intensificata la produzione, garantendo a tutte le classi sociali un prodotto tenero e delicato sempre. Pochi anni dopo, sfruttando tale invenzione la Reale Marina Inglese integrò le provviste alimentari di bordo con zuppe conservate in recipienti realizzati in lamiera di stagno. Nacque così il cibo in scatola. 

Fu  nel 1856, con un barattolo di piselli in scatola che Francesco Cirio, 20enne, di modestissime origini impiantò a Torino  le basi nella storia dell’industria conserviera italiana.

Chissà se al Doge della serenissima repubblica di Venezia sarebbero piaciuti i bisi in scatola! Certo è che ancora oggi il 25 Aprile, festa del Santo patrono di Venezia è trazione mangiare risi & bisi, il piatto preferito del Doge. 

La ricetta tipicamente veneziana dei “Risi & Bisi” la trovi qui:

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